...decidere che il viaggio finisce qui.
Si, ieri ho indossato la ginocchiera prestatami da Giulia, ma anche l'altro ginocchio ha iniziato a protestare.
Mi sono fermata piú volte nei campi di grano e nei paesini sperduti, ma piú mi avvicinavo piú era chiaro.
Sono arrivata a Leon e mi sono fermata nel primo albergue. Ho spiegato la situazione all'ospitalero che mi ha indicato un negozio di bici. Qui due signori molto gentili mi hanno chiesto di portare loro la bici per pesarla e spedirla in Italia. La sera ho meditato a lungo ed ero un po' triste. Guardo e riguardo la mappa ma davanti a me ho solo montagne e non posso affrontarle con I
Menischi a brandelli...proprio perchè un giorno vorrei tornare a scalarle queste montagne! Bene, la decisione è presa.
Stamattina allora ho smontato I pezzi aggiuntivi della mia bici e mi sono presentata (dopo colazione a base di churros in una piccola baracca in strada!).
Ma ahimè, spedire in Italia mi costa almeno il doppio del prezzo della bici! I due signori erano attoniti a loro volta a sentire il corriere, e così ho detto "ve la regalo".
Loro mi hanno sorriso e mi hanno dato 50 euro, dicendomi "un contributo per il tuo viaggio". Ho salutato la mia bici, un po' di malinconia, ma mi sento piú leggera ora. Poi penso al treno e vado in stazione a prendere il biglietto per Pamplona. Anche questo è fatto!
Faccio la turista comunque oggi. Leon è molto bella e ha una stupenda cattedrale gotica, senza le tipiche scaracciate d'oro. Rimango incantata, e questa è la ciliegina sulla torta per concludere il mio viaggio. La struttura è leggerissima e con vetrate enormi, non so come faccia a reggersi. Sembra una costruzione di carte, e ritrovo il gotico da manuale. Luce, leggerezza, archi. Bellissima.
Il resto del giorno lo passo a zonzo a riflettere.
Non sono triste, sento che va bene così. Ho raggiunto ció che volevo in fondo ( ;) ), e forse non è un caso che mi sia fermata proprio a Leon.
Coraggio da Leon, davvero, per accettare il limite, o per cambiare strada.
E adesso torno in Italia, a riassestare le ginocchia e mangiare la pizza!
martedì 28 luglio 2015
43>Moratinas-Leon: ci vuole un coraggio da Leon per....
domenica 26 luglio 2015
41>Fromista- Moratinas: girasoli e riflessioni
Stanotte il nostro ospitalero ha cacciato una comitiva di giapponesi, non ho capito perchè. Fattosta che ci siamo ritrovati solo in tre, tre ciclisti. Io, la polacca e un colombiano.
Bene, la mattina niente casino di gente che si alza!
Il paesaggio è di nuovo estremamente minimalista. Grano e girasoli.
Immensi campi di grano e girasoli. Penso di passare almeno mezz'ora a fotografare un mare giallo.
Qualche paesino di 30 case compare a tratti, ma per il resto solo strada sterrata e campagna.
Ci sono piú pellegrini oggi, e nessuna macchinA. Poi mi ricordo che è domenica, e quindi non troveró pressochè nulla che somigli a un'attività lavorativa oggi.
All'ora di pranzo il ginocchio torma a scricchiolare.
Mi fermo, ma sono costretta ad accorciare la tappa di molto oggi. Arrivo a Moratinas, e becco per caso un albergue italiano. Entro e racconto all'ospitalero il mio viaggio, ginocchio compreso.
Lui mi dice di prendermela comoda e mi regala una spilletta. Sopra c'è scritto "non avere paura di avere coraggio".
Poi prepara la pasta per tutti. Stasera siamo in pochi, 8 persone in tutto e il clima è tranquillo. Nel paese c'è solo un altro albergue e un bar, quindi torno presto qui per fare qualche chiacchiera con una ragazza italiana e I suoi compagni di cammino. Giulia è molto gentile e mi regala la sua ginocchiera!
Dopo cena, che avviene molto presto, medito un po' sul da farsi. Studio la cartina, davanti a me ho montagne e posti meravigliosi, ma salite.
Dopo attenta meditazione, decido di arrivare comunque a Leon, anche perchè qui non passa nulla a parte pellegrini e bici!
Torno a meditare con I girasoli.
sabato 25 luglio 2015
40> Burgos-Fromista: campagna solitaria
Partenza da Burgos alle ore 8.30, volevo fare colazione e prima di quest'ora è impossibile. Fa freddo, nonostante il cielo limpido. Pantaloni lunghi e felpa!
Esco quasi subito dalla città, decido oggi di fare il cammino che fanno I pedoni. La strada passa in mezzo a campi di grano e poi questi caMpi diventano colline di grano. Non c'è niente a parte I pellegrini che camminano. Ogni tanto incontro qualche chiesa o monastero abbandonato, bellissimi.
Io e un'altra ragazza in bici ci sorpassiamo per un po' a vicenda. Poi lei si ferma a fare foto a un muretto e io continuo.
Su una salita incontro due ciclisti francesi con il carrellino dietro la bici.
Si sono pentiti di non aver fatto la strada normale! Proseguo con loro fino al minuscolo villaggio successivo. Loro si fermano a mangiare, io proseguo.
Contimua a fare fresco nonostante sia l'una. A Castrojeriz mangio anche io. Mi guardo attorno e qui vicino non c'è davvero nulla! Quando riparto mi raggiungono I due francesi. Secondo la loro guida, da qui in poi è meglio proseguire su strada normale, il cammino si fa troppo impervio per bici cariche.
Ascolto il consiglio, ma viaggio da sola.
Arrivo presto a Fromistas, un villaggio appena piú grande nel nulla dei campi di grano e girasole.
Però ci sono ben quattro chiese gotiche con vomitate barocche!
Nell'albergue incontro la ragazza in bici. Si chiama Ana ed è polacca, ma farà solo una parte di cammino.
Come giorno di ripresa sono soddisfatta, le ginocchia si comportano bene e anche se ho fatto una tappa breve sono contenta. Da qui in poi il paesaggio è abbastanza simile a quello di oggi, almeno fino alla prossima montagna, vedrò se mi è possibile fare almeno il cammino. Altrimenti campi!
Stasera a nanna presto :)
venerdì 24 luglio 2015
39>Burgos: parchi del Cid
Con calma stamattina ho fatto una colazione quasi italiana, nel senso che il caffè era quasi accettabile e la brioches di dimensioni normali.
Mangio in questo bar su plaza Mayor e intanto valuto il da farsi.
So che appena fuori da Burgos c'è la Cartuja de Miraflores, una certosa del 1400. Chiedo all'ufficio informazioni, ma a quanto pare l'autobus non arriva fino a là e c'è da camminare. Rinuncio a malincuore, ma per continuare è meglio che risparmi le ginocchia. Decido di fare un giro seMplicemente per il centro della città, che in realtà è abbastanza piccola.
Proprio in mezzo a Burgos passa ovviamente il cammino di Santiago, lo seguo per un po' e passa sotto a una porta cittadina bellissima, la porta di Santa Maria.
Dopo aver pranzato nel bellissimo parco che costeggia il fiume, proprio in mezzo alla città, arrivo di fronte alla statua del Cid Campeador! Non potendo camminare mi siedo e mi faccio una cultura su questo personaggio, che tra l'altro è sepolto nella cattedrale con la moglie.
Rodrigo Diaz conte di Vivar, quello storicamente esistito, è nato in un paesino vicino a Burgos nell'XI secolo ed è un condottiero militare vincente. Conquista Valencia e fa strage di mori. Roba da cantastorie! E infatti le sue gesta sono diventate poi leggenda grazie al Cantar del mio Cid, poema anonimo che è probabilmente la trascrizione di queste giullarate.
Bene, stasera a nanna e domani si riprende!
38>San Juan de Ortega - Burgos: mucche gotiche
Parto con calma verso le 7.30 dal piccolo paesino, oggi devo fare solo 23 km. Me la prendo comoda. Vorrei fare colazione ma ovviamente il bar è chiuso. La prima parte del percorso passa in mezzo ai pascoli, letteralmente. Mi fermo in mezzo ai tori e scatto una foto appositamente per Elisa ;P
Nel villaggio sottostante miracolosamente trovo un bar operativo!
Infatti incontro praticamemte tutte le persone che erano con me all'albergue. Il bar offre un caffè quasi buono e dolci fatti in casa.
Mi siedo al tavolo con Massimo, il ragazzo di ieri sera e con Teresa, una ragazza Ceca.
Ci attardiamo un po' e quando riprendiamo decido diBviaggiare per un po' al loro passo per chiacchierare un po'.
Poi la strada si biforca e io continuo da sola sull'asfalto. Scendo dalle montagne, fa freddino e ho le gambe ghiacchiate.
Burgos arriva presto comunque, e mi fermo per un po' in piazza. Decido di fermarmi almeno un paio di giorni qui per riposare le ginocchia. Questa città offre attrattive, almeno secomdo trip advisor. Ha un grande parco proprio al centro e il fiume nel mezzo.
Decido di iniziare dalla stupenda cattedrale, dedicata alla vergine Maria. Ovviamente è gotica, rifatta su impianto romanico. Peccato che dentro le cappelle ci abbiano vomitato affari barocchi e rococò. Quintali d'oro pesantissimi che rovinano la leggerissima struttura gotica.
Avevo anche un audioguida che però mi ha annoiato dopo 10 minuti.
La struttura è enorme, con ben due chiostri chiusi da vetrate colorate e cortili interni. C'è una scalinata interna molto curiosa, realizzata perchè per realizzare la chiesa hanno scavato nella collina, e da qui accedevano I personaggi illustri.
Ho fotografato anche un po' di dettagli dorati per darvi l'idea del comtrasto....
La visita mi occupa tutto il pomeriggio e quando esco da qui decido di cenare, ora italiana bergamasca: le 19.30.
Mi concedo il lusso di sedermi in un locale e ordino un po' di tapas!
Patatas bravas e pimiento con san miguel.
Torno a casa con le ginocchia in protesta. Domani riposo, promesso!
mercoledì 22 luglio 2015
37> Azofra- San Juan de Ortega: montagne impreviste
Si stava bene all'albergue di Azofra. Cosí bene che sono rimasta a letto. Il sole stava sorgendo quando mi sono svegliata. Erano rimasti solo 2 o 3 pellegrini ritardatari.
Esco di fretta ma non troppo; sto attenta al ginocchio.
Decido di fare suBito un pezzo di cammino e faccio bene perchè passa attraverso campi di girasoli molto belli.
Poi rientro sulla caretera national e cerco di andare spedita. Avevo paura di prendere il caldo, ma oggi il clima è ideale. Nuvole a tratti e aria fresca.
Incontro solo paesini minuscoli, e amche la strada non è molto trafficata.
Tutti I camionisti peró ci tengono a salutarmi a colpi di clacson ravvicinati.
Mi fermo nel miNuscolo paesino di tosantos, dove incontro solo un gatto che rincorre un cane (esatto!).
Pausa panchina ristoratrice e stretching per le gambe. Visto lo stato di muscoli e ginocchia, decido domani di fermarmi a Burgos e visitarla un po', per riposarmi.
Riprendo con l'aiuto delle nuvole. Poi a Villafranca Montes de Oca mi trovo davanti una collina che ha tutta l'aria di essere una montagna.
E infaatti inizio a salire e salire e salire. 1115 metri. Dalla cima peró passa il cammino, che mi porterà a San Juan de Ortega per la via piú breve.
Mi ci infilo e la strada è accettabile. Sono in un bosco bellissimo, da sola con tantissime farfalle (Fra?). Faccio una pausa succo perchè si sta davvero bene.
Arrivo presto e in discesa al minuscolo paesino di San Juan, e mi infilo nell'albergue che credo sia ricavato dentro a un antico monastero.
Qui parlo per un quarto d'ora in inglese con un italiano e poi lo riconosco da un "li mortacci" perchè gli scivola la saponetta a terra.
Ora è il momento di mangiare e di stirarmi un po'. A domani!
martedì 21 luglio 2015
36>Los arcos - Azofra: sulle orme (scomode) dei pellegrini.
Stamattina non so se mi ha svegliato prima il caldo o I pellegrini che si alzavano col buio. Fatto sta che ero pronta ben prima dell'orario in cui posso mettermi in strada.
Quando parto ho subito le colline, per la delizia del mio ginocchio, che in realtà mi accompagnano per tutto il giorno. L'alba sulle colline è rosa, e spuntano gli zaini dei pellegrini tra una vigna e l'altra.
Arrivo a Logroño e analizzo la situazione del mio ginocchio. In realtà ho addirittura un consulto medico multiplo telematico, e decidiamo che si puó ripartire. Intanto scopro che esistono albergue dedicati ai "bicigrini", pellegrini in bici. Buono a sapersi!
Continuo con il cielo nuvoloso, per fortuna, fino a prima di Ventosa. Qui devo per forza scegliere se imboccare l'autostrada o seguire I pellegrini a piedi nei campi.
Per fortuna lo sterrato è comunque abbastanza percorribile, e arrivo proprio a mezzogiorno nel minuscolo paesino di Ventosa.
Vado alla chiesa, che per associazione vuol dire fontanella. La trovo, ma ci trovo anche un gruppo di italiani stile "vacanza Valtour", che odio dal primo secondo.
Urlano, battono I bastoni e hanno dimenticato a casa una cosa necessaria ai pellegrini di tutto il mondo: I congiuntivi.
Mi sposto sulla panchina piú lontana a mangiare e riposare.
Valuto il mio ginocchio e decido di ripartire, anche il clima è favorevole.
Devo fare altri pezzi di sentiero, ogni tanto la strada che seguo sembra portare solo all'autostrada.
Ammetto che il sentiero è molto suggestivo, ma con la bici pesante come la mia non è proprio fattibile. La spingo un po' e poi torno subito sulla strada.
Spunta il sole, e il caldo è un po' troppo anche per me.
Sorpasso Azofra, ma poi il ginocchio comincia a essere stanco e cosí torno indietro e mi fermo.
Faccio bene, questo albergue è bellissimo e ha camere da due! Incontro tre italiani di Trento, che parlano bene e a tono normale. Cosí condividiamo la pasta col tonno e del vino locale, e un po' di chiacchiera italiana.
Gianpaolo, uno dei tre, è un signore che ha fatto molte volte il cammino e molti cammini e ha scritto anche una piccola guida tutta sua.
In paese c'è una festa e quindi stasera andiamo a letto con liscio spagnolo.
A domani!