mercoledì 8 luglio 2015

23>Toulouse: l'ozio

Con calma stamattina mi alzo da casa di Ernesto, dove ho passato la Notte e raccolgo I miei bagagli.
Mi devo trasferire in un'altra casa e ho appuntamento per prendere le chiavi con Isabelle, un'amica del mio nuovo ospite.
Aspettandola, mi metto sulla solita panchina a oziare un po'.
Vado da lei che mi conduce a casa di Chris, e subito mi invita a andare in piscina con lei nella piscina condominiale.
Facciamo le residenti e stiamo a mollo per un po'. Quando lei se ne va mi cerco da mangiare e poi....il divano di Chris mi imprigiona e mi addormento.
Al mio risveglio, è un po' tardi per andare in centro e cosí aspetto il padrone di casa. Dopo cena peró usciamo, e insieme a Isabelle andiamo in un locale dove suonano la rumba e poi si balla la salsa!
I miei accompagnatori sono due ballerini molto bravi e li osservo. E poi ci provo anche io, ovviamente.
Ritornando in macchina mi illustrano un po' la città in notturna, è piena di gente perchè stasera tutti hanno avuto l'esito del "Bac", l'esame di maturità.

Per farmi perdonare l'inattività turistica, oltre alle foto vi metto una storia ;)

Poniamo il caso che tu ti trovi a passare davanti a una piazza di paese. Poniamo il caso che vi sia una festa, e che sia ora di cena. Nell'aria si sparge il profumo di cibo, griglia o sugo, cose del posto.
Poniamo anche che tu abbia fame, e che abbia bisogno di sederti un attimo.
Ti avvicini e la gente chiacchiera, con parole che suonano di filastrocche. Non ti soffermi a capirle. Sono sottofondo.
Distribuiscono del succo di frutta, fa molto caldo anche se il sole sta abbandonando il campo. Ombre lunghe e la facciata di una chiesa illuminata.
Musica proveniente da qualche cassa tra I tavoli. Decidi di mangiare qualcosa, qualcosa di autoctono e sconosciuto, per calarti meglio nell'atmosfera.
"Macaronade". Pasta un po' scotta annegata in un sugo saporitissimo, piccante, ma non troppo.
Mentre mangi, la piazza si sgombra. Sta per succedere qualcosa.
Entra una banda.
Trattasi di una fanfara. Non hanno divisa, o meglio la loro divisa sono I colori. Uomini e donne coloratissimi, e abbigliati con le tinte della provenza.
Si mettono in formazione. Davanti a tutti un trombone, vestito in camicia bordeaux e una tromba, con un vestito scuro a fiori.
Attaccano piano e poi sempre più forte, seguiti da altri fiati e poi dai tamburi, infine dagli archi. I due si spostano lentamente nel retro della formazione, ora a semicerchio.
Suonano una canzoncina tranquilla, e la gente ascolta muta e immobile.
Guardi la fanfara mentre mangi la tua pietanza col sugo sul mento. Le trombe sono tre e tutte donne, alte e con un vestito a fiori. Poi ci sono due tromboni, tre flauti, due tamburi magrissimi, un'armonica, una chitarrina tonda retta da un trovatore e due oboe.
La canzone volge al termine e tutti preparano le mani per l'applauso, ma quando la musica si ferma, la grancassa un colpo improvviso e le note scoppiano fuori da ogni strumento. Un rigurgito improvviso di righe di spartito, una cascata di accordi. Il temporale sonoro coglie la piazza alla sprovvista.
La fanfara esplode e si sfalda, e ognuno va per gli affari suoi, scomponendo la formazione circolare e il pentagramma.
Tutta la piazza é pervasa da musicisti impazziti che suonano tanti frammenti di componimento che, non si sa bene come, diventano una melodia.
La gente é un po' perplessa e un po' divertita. Non sa bene cosa fare e qualcuno prova a spostarsi per vedere di riuscire a riafferrare l'acustica corretta.
Tu osservi, pulendo il piatto con il pane. Ognuno di loro segue traiettorie imprevedibili, ritornando indietro se per caso incrocia la strada di un altro.
Il trombone in camicia bordeaux sembra essere il capo. Con gli occhi incrocia a turno ognuno degli altri strumenti e osserva anche il pubblico.
Intercetta anche il tuo sguardo divertito, e ti fa l'occhiolino.
Melquiade, dev'essere il suo nome. Si porta addosso troppe storie per non essere lui.
Suonano almeno due pezzi senza pausa, ora restringendo e ora allargando la formazione sparsa.
Il pubblico sembra non capire e alcuni scuotono la testa. In effetti il suono si perde un po' con tutto questo andirivieni.
Bevi del vino scuro, e provi a immaginare qual é la prospettiva corretta per ascoltare questa musica scomposta.
Improvvisamente nel bicchiere gocciola un'idea.
Forse bisogna starci nel mezzo.
La tromba col vestito a fiori ti ha visto posare il bicchiere e ti sorride con gli occhi. Ti alzi e anche Melquiade sembra invitarti col corpo.
Scavalchi qualche panchina e sei dentro. Sei nella fanfara.
Nel centro della piazza I suoni si chiudono sopra la tua testa. é una cupola di note, autoportante, che si alimenta dell'andirivieni dei musicisti.
Ora che sei nel centro, ti girano attorno e si incrociano. Uno strano puzzle si chiude attorno a te, e tutti gli strumenti che si avvicinano ti guardano e approvano. Inizi a girare un po' anche tu, e il pentagramma ti si avvolge un po' addosso. La gente attorno ti guarda stupita, ti indica persino. Non sa che é da lī che si ascolta la fanfara disordinata? Non ci ha mai pensato che c'é una prospettiva da cui l'entropia acquisisce senso?
Finalmente qualcuno entra come te, dentro il santuario invisibile del caos musicale.
Una bambina, con addosso I suoi 8 anni e un vestito rosso. Sorride divertita, e inizia a ballare cosí come fanno I bambini.
Perché no, pensi?
E quando siete in due a ballare, la musica aumenta di velocitá insieme ai passi dei musicisti. Melquiade vi fa attorno un cerchio di note gravi, e poi la musica scompare, e la fanfara inizia a cantare senza parole.
Solo sottofondo, solo atmosfera.
Tu e la bimba rossa girate e girate, qualcuno ride, qualcuno canta, e attorno la piazza scompare.

3 commenti:

  1. Mana.... .mi chiedo ma che c'entravi tu con un negozio di scarpe..

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  2. Niente ehehe infatti sono qui! Ora le scarpe le compro al massimo ;)

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  3. Ho divorato con gli occhi la tua poesia.... ho ascoltato anch'io la fanfara, ti ho vista ondeggiare tra i musicisti e ballare con la bimba rossa :)

    Se ci sei arrivata in bici, non siamo poi così lontane ;)

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